“Promuovere le pari opportunità attraverso la conciliazione delle esigenze di vita e di lavoro, la formazione e il reinserimento dei lavoratori”. E’ il tema, e anche lo scopo, del progetto presentato dalla Asl n. 4 di Matera al Dipartimento per le Politiche della Famiglia ed approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con un finanziamento biennale di 423 mila euro. L’iniziativa rientra fra le azioni previste dall’articolo 9 della legge n. 53 del 2000 in materia di “Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città”, per favorire la conciliazione delle esigenze lavorative delle imprese con quelle dei lavoratori, che si trovano in particolari condizioni familiari a seguito della nascita di figli, all’assistenza di persone non autosufficienti o portatrici di handicap . La Asl n. 4 di Matera è la prima fra le regioni del centro-sud ad avviare iniziative simili in ambito pubblico e condivide questo primato con la Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento, unica realtà pubblica del centro-nord.
Il progetto, che sarà attuato con gradualità dal mese di ottobre, è rivolto a tutti gli operatori del Comparto sanitario e si articola in due azioni fondamentali di intervento. La prima prevede specifiche misure di sostegno alla flessibilità dei dipendenti che manifesteranno particolari esigenze familiari difficilmente conciliabili con i turni di lavoro. Saranno incentivate, in particolare, il part-time reversibile su base volontaria per la lavoratrice madre o il lavoratore padre con minori (anche adottivi ed in affidamento) o con figli disabili a carico, o che manifestino esigenze di cura di altri familiari non autosufficienti. il telelavoro, preceduto da un periodo di assistenza tecnica ed affiancamento da parte di personale interno qualificato e la Banca delle Ore, cioè la possibilità per i dipendenti, ed in presenza di picchi di produzione, di maturare “crediti orari” da “spendere” nei periodi di pregnante necessità personale o familiare. Altre opportunità riguardano l’orario concentrato plurisettimanale, che è la facoltà concessa agli operatori di incrementare in certe settimane il numero delle ore lavorate (aggiuntive alle 36 ore istituzionali), per ridurle aquando determinate situazioni familiari richiedano una presenza maggiore dell’interessato in casa o in altri luoghi di assistenza e cura; la flessibilità dei turni, per favorire l’esigenza dell’Azienda di erogare prestazioni costanti (ad esempio nei servizi ospedalieri erogati su 12 ore) e il contemporaneo bisogno del dipendente di avere libere alcune fasce orarie della giornata. Prevista anche la mobilità interna del personale con esigenze di conciliazione, per favorire -dove possibile- l’avvicinamento del dipendente ai luoghi di residenza o a quelli ove eroga assistenza e cura ai figli o ad altri familiari. La seconda misura ha invece l’obiettivo di preparare il background per un reinserimento ottimale del dipendente in Azienda, attraverso percorsi di formazione che facilitino il riadattamento ambientale (specifici moduli formativi sono previsti per prevenire la microconflittualità e promuovere il problem solving), l’aggiornamento e la preparazione professionale, la conoscenza delle norme in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro dei diritti di Parità e Pari Opportunità.
Il progetto, redatto da Franco Bitondo e dal dott. Eustachio Marcosano dell’Ufficio Relazioni Sindacali, prevede, inoltre, la istituzione di una “segreteria amministrativa di maternità”, che avrà il compito di selezionare e portare a conoscenza delle dipendenti assenti per maternità tutti i fatti e le notizie rilevanti (concorsi interni, bandi per la progressione orizzontale, indagini formative, novità professionali etc.), un centro di ascolto organizzativo per raccogliere i suggerimenti dei lavoratori e un ufficio per la lotta alle discriminazioni di genere e al mobbing, da gestire in collaborazione con la Unità operativa di Psicologia del Lavoro, la consigliera di Parità della Provincia di Matera, le organizzazioni sindacali e i comitati paritetici aziendali per la lotta al Mobbing e per la promozione delle Pari Opportunità.
“L’avvio delle azioni di conciliazione -ha detto Franco Bitondo, responsabile dell’Ufficio Relazioni Sindacali della Asl- si pone in continuità con il progetto benessere avviato nel 2006 dall’Azienda e rappresenta una ulteriore concreta risposta alle istanze pervenute dai professionisti del Comparto nel corso delle indagini realizzate in questi anni. Le misure di flessibilità sono state pensate per contemperare le esigenze dell’Azienda con quelle dei dipendenti, spesso alle prese con situazioni familiari di assistenza di minori o portatori di handicap che non trovano adeguata tutela nelle norme legislative e contrattuali e che rischiano perciò di creare situazioni di disagio personale che si ripercuote sulla qualità delle prestazioni lavorative”.
Il Commissario della Asl 4, dott. Domenico Maroscia, sottolinea come la approvazione del progetto da parte del Dipartimento Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri sia il pieno riconoscimento della validità e della incisività delle misure previste. “Tutte le proposte di conciliazione che abbiamo avanzato -ha affermato Maroscia- sono state approvate, a dimostrazione della serietà degli interventi e della concretezza delle azioni che realizzeremo nel prossimo biennio a favore dei circa 1.300 dipendenti del Comparto. Nel corso di questi anni il personale aveva più volte chiesto all’Azienda di favorire forme di flessibilità, capaci di coniugare le diverse esigenze, e la Asl ha dimostrato con questo progetto di avere per queste problematiche una sensibilità e una attenzione,che non si limitano alle mere enunciazioni di principio. Ricordo come in passato i finanziamenti della legge 53 erano riservati al solo settore privato e appena le nuove norme ce lo hanno consentito abbiamo colto al volo l’occasione. Il fatto di essere l’unica Asl del Mezzogiorno ad aver avviato simili iniziative è certamente significativo”. Ma i progetti in cantiere non si fermano alla conciliazione. L’Azienda sta lavorando alla istituzione dell’asilo nido aziendale, che rappresenterà“una ulteriore risposta ai bisogni dei numerosi dipendenti che vivono condizioni di difficolltà per armonizzare gli obblighi di assistenza con quelli di servizio”.